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Clima, la storia a volte si ripete

Autore: Prof. Adriano Mazzarella -
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
24/12/2009 (letto 3594 volte)

I mass-media italiani hanno dato rilievo alla Conferenza di Copenhagen...

 

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I mass-media italiani hanno dato rilievo alla Conferenza di Copenhagen che è andata avanti in maniera travagliata con discussioni accese all'interno delle aule e problemi di ordine pubblico nelle piazze. “Le stagioni sono cambiate e occorre prendere provvedimenti sul taglio dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo prima che sia troppo tardi”: questo è il messaggio imperante lanciato dagli ambientalisti!! Il vertice di Copenaghen è finito male, come finiranno male tutti quelli che seguiranno, perché si basa sulla considerazione errata che l’uomo è responsabile del recente riscaldamento del pianeta in misura dominante rispetto alla naturale variabilità climatica. Ma cosa avrebbe pensato la famosa scrittrice francese Marie de Rabutin Chantal, marchesa di Sèvignè, che lasciò un diario nel quale annotava meticolosamente non solo gli avvenimenti più importanti ma anche curiosità di meteorologia spicciola? Ecco alcuni suoi pensieri: “Sono stata a veder la processione di Santa Genoveffa, patrona di Parigi,.. era per far cessare la pioggia e far venire il caldo “: 19 luglio 1674. “Non si ricorda a memoria d’uomo un tempo così bello e persistente e ci si è dimenticati che esiste la pioggia. Alcuni vecchi dicono che questo è successo altre volte, ma nessuno ci crede”: 7 ottobre 1677. “Da un mese piove tutti i giorni e le piogge sono tali da far pensare a due inverni che si siano sovrapposti”: 31 maggio 1680. “E’una pena, fa freddo e piove contro tutte le regole. Io ho una veste da camera ovattata e tutte le sere accendo il fuoco”: 19 giugno 1680. Il romanziere francese Flaubert, nel 1870, cosi sintetizzò il giudizio che di solito veniva dato alle stagioni: “Estate, sempre eccezionale; inverno, sempre eccezionale”. Al di là delle somiglianze fra le lamentele di oggi e quelle del passato, giova sottolineare i numerosi dubbi sorti recentemente sull’affidabilità dei dati climatici di tutto il mondo memorizzati presso l’Università di East Anglia, in Inghilterra e sui quali si è discusso nel vertice di Copenhagen. Da circa un mese, i dati non sono più consultabili sul sito web e il direttore, Phil Jones, ha rassegnato le dimissioni per permettere ad un team di saggi esterni di verificarne la bontà dopo lo scandalo “Climagate” delle email rubate dai pirati informatici che ne hanno evidenziato il probabile addomesticamento.

 

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