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Sul “Dialogo della Natura e di un Islandese”

Autore: Prof. Adriano Mazzarella -
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
06/05/2010 (letto 5904 volte)

L’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajöku...

 

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L’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökul (da Eyja=isola; fjall=monte; jökul=ghiacciaio) ha causato un grande scompiglio in tutto il mondo: trasporti in tilt, merci in avaria, variazioni climatiche da ridefinire ecc. E’ bastato uno piccolo starnuto di un piccolo vulcano per mettere in crisi l’organizzazione di una intera società che ha fatto del suo elevato tasso tecnologico l’arma vincente per il governo dei fenomeni naturali. A tal proposito, è utile rileggere il “Dialogo della Natura e di un Islandese”, operetta morale che il Leopardi compose all’età di 26 anni e che racconta di un islandese che non sopporta il clima rigido del suo Paese che lo rende infelice e decide di girare il mondo per trovare posti migliori ma con scarso successo perché trova solo luoghi troppo caldi, piovosi e ventosi. In Africa, per caso, incontra la Natura con le sembianze di donna e l’Islandese subito si affretta a chiederle il perché dell’esistenza di climi così estremi, cataclismi, bestie feroci, decadenza fisica e vecchiaia. La Natura risponde che il dolore e la morte sono elementi essenziali perché il mondo è un ciclo eterno di produzione e distruzione, e la distruzione è indispensabile alla conservazione del mondo. Con Leopardi, perciò, possiamo affermare che la Natura non smetterà mai di affermare la sua straordinaria mutevolezza ed è sempre meglio usare la saggezza di chi, di fronte alla incommensurabile grandezza della Natura, non può che constatare l’infinita piccolezza dell’uomo.

 

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