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Approfondimenti sui temporali del 1 settembre in Campania .

Autore: Prof. Franco Ortolani e Ing. Alberto Fortelli
02/09/2014 (letto 5813 volte)

La perturbazione preannunciata è transitata sulla Campania e nella mattinata del giorno 1 settembre ha improvvisato un “videoclip idrogeologico” che preannuncia gli effetti che potranno causare le prossime perturbazioni autunnali.

 

1 settembre 2014: transitano i cumulonembi e i nubifragi causano le prime alluvioni in Campania.
La perturbazione preannunciata è transitata sulla Campania e nella mattinata del giorno 1 settembre ha improvvisato un “videoclip idrogeologico” che preannuncia gli effetti che potranno causare le prossime perturbazioni autunnali.


Le registrazioni pluviometriche di Campanialive evidenziano che nubifragi rilasciati da cumulonembi hanno interessato la fascia occidentale della Campania (figura 1). Le curve pluviometriche sono quelle tipiche dei nubifragi rilasciati dai cumulonembi.
Tra le aree maggiormente colpite citiamo l’alto bacino della Solofrana, tra Montoro e Solofra, l’alto bacino del fiume Sabato nel serinese e il Monte Terminio nell’abitato di Volturara Irpina, dove le precipitazioni piovose hanno innescato anche colate detritico-fangose che hanno invaso le aree abitate alla base dei versanti. Danni materiali alle opere pubbliche e private, auto semidistrutte, allagamento di una carreggiata della superstrada Avellino-Salerno e di varie strade urbane, detriti accumulati su varie strade pedemontane.
Le precipitazioni più abbondanti si sono avute nell’alta valle della Solofrana tra Mercato San Severino e Solofra con circa 60 mm in circa un’ora (come si può riscontrare nella figura, riquadro A e B), nella zona tra Avella ed Avellino.
Nella figura 2 nei riquadri A e B sono riportate le registrazioni pluviometriche dell’evento del 1 settembre 2014 registrate a Sarno e Mercato San Severino dalla rete di Campanialive.it è evidenziato il nubifragio rilasciato da cumulonembo. Il riquadro C illustra schematicamente la morfologia di vari pluviogrammi rilasciati da cumulonembi. Come si vede, alla curva pluviometrica registrata a Sestri Ponente il 4 ottobre 2010 (linea rossa), quando l’area fu attraversata da vari cumulonembi, sono schematicamente sovrapponibili le curve di altri eventi piovosi recenti sempre connessi a cumulonembi. In tutte le registrazioni pluviometriche è evidente l'improvvisa verticalizzazione della curva quando iniziano le piogge rilasciate dai cumulonembi che possono originare flash flood con disastrose conseguenze alluvionali. All'inizio della verticalizzazione della curva si può lanciare in tempo reale l'allarme idrogeologico immediato con la conseguente l'applicazione del Piano di Protezione Civile Locale che deve essere attuato entro alcune decine di minuti, in relazione alle caratteristiche geoambientali e morfologiche del bacino idrografico e dell'area urbanizzata.


Ricordiamo che i cumulonembi sono nuvole temporalesche a sviluppo verticale che raggiungono circa 12 km di altezza rilasciando consistenti volumi di pioggia; si formano rapidamente e non possono essere individuati con ore di anticipo. Possono rilasciare da alcune decine di mm ad oltre 180 mm di pioggia in un’ora, come accaduto a Genova bell’autunno del 2011. I volumi d’acqua che precipitano al suolo interessano aree limitate e possono innescare vari fenomeni sulla superficie del suolo, dal deflusso abbondante alle colate detritico-fangose. I danni possono essere molto gravi nelle aree urbane dove si possono verificare anche vittime come accaduto nello scorso autunno in Sardegna.
Stranamente non è stato ancora compreso dai responsabili delle istituzioni pubbliche preposti alla sicurezza dei cittadini che gli attuali sistemi di monitoraggio non servono a mettere in sicurezza i cittadini da questi micidiali fenomeni.
Da anni abbiamo evidenziato questa drammatica situazione e indicato una soluzione che serve, almeno, ad evitare vittime e danni alle persone.
Ecco cosa si può e deve fare!
E' praticamente impossibile mettere in sicurezza in tempi rapidi tutte le aree urbane ed antropizzate esposte ai pericoli idrogeologici. Molti problemi sono stati creati realizzando insediamenti urbani in aree esposte ai pericoli idrogeologici.
Anche impedendo nuovi interventi in aree pericolose non si risolverebbe il problema delle urbanizzazioni già realizzate.
Pragmaticamente siamo giunti alla conclusione che in tempi brevi e con costi contenuti si può e si deve tentare di salvare almeno le vite umane.
E’ evidente che occorre una nuova organizzazione in grado di fare scattare un sistema di allarme idrogeologico immediato che può e deve essere attivato nelle aree urbane e nel territorio interessato da infrastrutture di importanza strategica dopo pochi minuti che i vari pluviometri distribuiti sul territorio hanno iniziato a registrare una pioggia eccezionale tipica dei cumulonembi che può innescare fenomeni idrogeologici devastanti.
I bacini stretti e lunghi di dimensioni limitate (da qualche decina ad alcune centinaia di ettari) che incombono su aree abitate attraversate da alvei-strada, quando sono interessati da eventi piovosi simili a quelli del 25 ottobre 2011 e del 4 novembre 2011, possono alimentare dapprima flussi idrici e fangosi e poi detritici tali da trasportare nell’area urbana volumi enormi di detriti.
La portata massima che caratterizza questi flussi eccezionali, di solito, non viene smaltita dagli alvei che molto spesso sono stati coperti nei tratti urbani.



Gli alvei vengono sistematicamente intasati da autoveicoli, tronchi di alberi d’alto fusto e detriti anche di grandi dimensioni.
E’ necessario realizzare sistemi di monitoraggio pluviometrico che possano “intercettare” in tempo reale l’evento perverso caratterizzato da molte decine di millimetri di pioggia in un'ora, con durata complessiva anche di alcune ore, che consentano di emettere “Allarmi Idrogeoloci Immediati”, con possibilità, per le popolazioni coinvolte, di raggiungere luoghi sicuri, esterni ai prevedibili percorsi delle acque e dei detriti di una alluvione lampo o di una colata detritica.
Le ricerche eseguite hanno messo in evidenza che le piogge tipo nubifragio o "bomba d'acqua", che sono rilasciate dai cumulonembi, sono registrate con un pluviogramma dalla tipica morfologia, facilmente individuabile già in fase di registrazione dell'evento piovoso. Un pluviometro che sia in grado di registrare la pioggia precipitata al suolo ogni due-tre minuti consente agevolmente, dopo pochi minuti, di individuare l'inizio del nubifragio la cui durata può essere di alcune decine di minuti o di qualche ora.
Dopo pochi minuti che la curva si è verticalizzata (immagine D di figura 2) è possibile lanciare l'allarme idrogeologico con il fine di mettere al sicuro immediatamente i cittadini applicando il Piano di Protezione Civile Locale che si basa sulla preventiva corretta individuazione delle zone che possono essere interessate dagli eventuali flussi costituiti da onde di piena idrica e/o da flussi detritici.
Deve essere garantita la autonoma fornitura di energia necessaria al funzionamento del sistema di registrazione e trasmissione dei dati per evitare che durante i nubifragi possa interrompersi il funzionamento delle strumentazioni.
Allo stato attuale con i sistemi di monitoraggio meteo su vasta scala, con un anticipo di alcune ore si è in grado di individuare la fascia ampia entro la quale possono innescarsi e svilupparsi cumulonembi.
In questa fase può scattare il preallarme e la curva pluviometrica è suborizzontale.
I cumulonembi rilasciano la pioggia tipo nubifragio (impropriamente giornalisticamente chiamata "bomba d'acqua") scorrendo lungo fasce di territorio ampie da circa 5 a circa 10 km per cui l'area interessata dall'evento piovoso può essere individuata esattamente solo con le registrazioni pluviometriche al suolo da parte di pluviometri ubicati strategicamente in relazione alle caratteristiche morfologiche dei bacini idrografici.
Dopo alcuni minuti di registrazione che evidenziano la verticalizzazione della curva (immagine D di figura 2) e dopo l'osservazione diretta dei fenomeni che accompagnano i cumulonembi in varie stazioni di monitoraggio può essere delineata la fascia entro la quale i cumulo nembi si stanno spostando. Questo è il momento di lanciare l'Allarme Idrogeologico Immediato.
Il Sistema di Allarme Idrogeologico deve essere attuato a livello comunale e di bacino idrografico in quanto il percorso dei cumulonembi può avvenire lungo la direzione di allungamento dei bacini idrografici o trasversalmente ad essa.
Il comune di Torre Orsaia, nel Cilento, ha installato una stazione per il monitoraggio in tempo reale dei nubifragi che ha evidenziato la idoneità del sistema registrando un evento da cumulonembo il 21 luglio 2014.
Il video clip idrogeologico è stato molto efficace e preoccupante; i cittadini sono indifesi contro questi micidiali eventi che in autunno sono ancora più “potenti”, i rappresentanti delle istituzioni pubbliche hanno visto per l’ennesima volta e..speriamo che “noi ce la caviamo”.
Dr. Valerio Buonomo
Ing. Alberto Fortelli
Franco Ortolani, Ordinario di Geologia
Silvana Pagliuca, CNR ISAFOM, Ercolano

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