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Bomba o non bomba
Autore: Guido Guidi from www.climatemonitor.it
30/11/2012 (letto 3268 volte)
Dopo un secolo di ricerca scientifica e di sforzi tecnici, tecnologici e finanziari...
Bene, ora siamo più contenti. Dopo un secolo di ricerca scientifica e di sforzi tecnici, tecnologici e finanziari immani per aumentare il nostro livello di comprensione degli eventi atmosferici, finalmente abbiamo trovato il concetto (che per farci belli potremo anche chiamare modello concettuale) che li racchiude tutti o quasi: la bomba d’acqua.
Normalmente presente in modo saltuario sulle spiagge più frequentate dai giovani, assolutamente più comune nel giorno di ferragosto in cui assume anche la caratteristica di “gavettone”, ora la bomba d’acqua è ascesa al primo posto della nomenclatura meteorologica.
Bomba d’acqua due settimane fa in Maremma, bomba d’acqua ieri a Firenze. Tra i due eventi, in termini tecnici molto diversi – e già questo dovrebbe far astenere i bene informati dal fare paragoni – la macroscopica differenza di quasi un ordine di grandezza nella quantità della pioggia caduta. Oltre 350mm nel primo caso, intorno a 50 nel secondo.
Questo spiega quanto una definizione mediaticamente affascinante sia dal punto di vista tecnico, scientifico e informativo non solo sbagliata, ma anche molto pericolosa, quando di mezzo c’è la sicurezza delle persone e delle infrastrutture.
Continuiamo pure a strapparci i capelli perché ogni pioggia è una bomba d’acqua in questo clima impazzito che prima regalava caramelle e ora solo sassate, a furia di piovere le strade si laveranno da sole e l’acqua, finalmente, troverà libera la strada per il mare.
Nel frattempo Repubblica ci regala un bell’articolo sulla classifica dei paesi più colpiti da eventi atmosferici intensi. Siamo al 24esimo posto nel 2011, al 41esimo nel periodo 1992-2011 (chissà perché 1992, mah…). Naturalmente è colpa del clima che cambia, ci fanno sapere gli esperti climatologi della Munich Re, premiata compagnia riassicurativa che ha presentato questa analisi alla COP18 in corso a Doha.
Enjoy.www.climatemonitor.it
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