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Caporetto, ma fu tutta colpa del maltempo?

Autore: Prof. Adriano Mazzarella -
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
29/05/2010 (letto 3804 volte)

La battaglia di Caporetto della I guerra mondiale tra...

 

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La battaglia di Caporetto della I guerra mondiale tra il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche iniziò alle ore 2 del 24 ottobre 1917 e vide le truppe italiane pesantemente sconfitte, tanto che il termine “Caporetto” è, a tutt’oggi, sinonimo di disfatta. Dal 1915 al 1917, undici tremende battaglie sul fiume Isonzo condussero l'esercito austro-ungarico sull'orlo della catastrofe. Cadorna, comandante supremo dell’esercito italiano, non era riuscito a sfondare ma aveva logorato l'esercito nemico infliggendogli perdite consistenti; una nuova spallata poteva diventare fatale. Gli austro-ungarici dovevano reagire al più presto per uscire da quella situazione estremamente pericolosa. A tal fine inviarono sul fronte dell'Isonzo alcune unità di eccellenza (tra questi il giovane tenente Rommel che fu poi uno dei protagonisti della II guerra mondiale). La data d'inizio della battaglia fissata il 22 ottobre 1917 fu spostata volutamente di due giorni, alla prima notte del 24 ottobre quando erano previsti una fitta nebbia e una pioggia battente. Le cattive condizioni meteorologiche impedirono alle linee italiane di scorgere in tempo l’avanzata delle fanterie nemiche e il conseguente tiro controffensivo dei mortai. La capacità di prevedere il tempo consentì agli austro-ungarici di attaccare in una notte nebbiosa e piovosa senza fare il minimo rumore e catturare così la maggior parte dei soldati italiani di prima linea che non riuscirono ad opporre una valida resistenza.

 

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