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E' ritornato il freddo delle pecore.
Autore: Prof. Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
29/06/2009 (letto 4747 volte)
Nella meteorologia mediterranea, specie in quella alpina, il “freddo delle pecore” era un appuntamento ricorrente dei tempi passati. Il termine identificava un’invasione improvvisa di aria nord atlantica fredda che, intorno alla metà di giugno, interrompeva un periodo di caldo e prendeva in contropiede chi ormai pensava nell’arrivo anticipato dell’estate. Questo perché le masse d’aria più fredde e più pesanti costringono al sollevamento quelle calde ed umide preesistenti causando una notevole instabilità atmosferica ed un deciso abbassamento delle temperature. Ma perché freddo delle pecore? Semplicemente perché a fine maggio e con i primi caldi i pastori, che dopo il duro inverno avevano urgente bisogno di soldi, tosavano le pecore con anticipo, convinti dell’arrivo dell’estate. Quando a metà giugno ritornava il freddo, le pecore si raffreddavano e si ammalavano perché non più protette dalla loro lana. Da una statistica eseguita sull’archivio dell’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Napoli Federico II, funzionante dal 1872, è emerso che, fino al 1916, le medie delle temperature minime intorno a metà giugno sono quasi sempre (per l’85%) più basse di quelle dell’intero mese; dopo il 1916 tale comportamento viene seguito appena per il 20%. Sorprendentemente, quest’anno, il caldo quasi estivo della prima metà di giugno è stato improvvisamente interrotto da un’intensa e lunga anomalia di freddo e piogge. Che sia un segnale di ritorno del clima dei nostri nonni?
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