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Il clima del mese di marzo 2012 a Napoli Centro

Autore: Prof. Adriano Mazzarella - Federico II Napoli
05/04/2012 (letto 3365 volte)

Consueto riepilogo dei dati mensili dello storico osservatorio meteorologico del centro della città di Napoli

 

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Il bilancio termo-pluviometrico del mese di marzo 2012 è sorprendente: il mese abitualmente il più dinamico dell’anno ha mostrato una tale stabilità da invidiare quella dei mesi estivi; il mese QQee qqffQche avrebbe dovuto segnare il passaggio tra la stagione invernale e quella estiva e che notoriamente si caratterizza per l’irrequietezza, gli sbalzi termici e i passi indietro si è rivelato, invece, con caratteristiche meteo-climatiche tipiche di fine aprile-inizio maggio. La colpa è stata degli anticicloni Ditel, Gulliver e Harry che, in successione, hanno occupato per quasi tutto il mese gran parte dell’Europa ed hanno impedito il processo di formazione delle nubi e delle piogge e reso l’atmosfera stagnante. Ma se finora il mese di marzo è stato anomalo, non è detto che prima o poi le bizzarrie primaverili non si manifestino e scatenino l’ira di chi erroneamente dava per scontato che la stagione potesse proseguire verso l’estate. Limitandoci all’analisi dei dati meteo registrati a Napoli centro, possiamo verificare che il bilancio termo-pluviometrico di questo mese di marzo è stato coerente con quello a scala nazionale con appena tre giorni di pioggia e per un totale mensile di 16 mm (appena un quarto del totale stagionale) e con temperature minime e massime pari a 12.2°C e a 18.2°C, rispettivamente (più alte di 3.5°C e 2.5°C delle medie del periodo); il giorno più caldo è stato il 23 con 23.7°C. Un’analisi dettagliata dei 150 anni dell’archivio storico dell’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Napoli Federico II mostra, però, 15 valori ancora più bassi di pioggia caduta a marzo (il minimo nel 1994 con appena 0.6 mm) e valori di temperatura massima più elevata raggiunti nel 1948, 1959 e 1977. Infine, come i lettori della rubrica meteo giornaliera hanno avuto modo di verificare, la stabilità atmosferica a Napoli, misurata a partire dalle differenze di temperature fra stazioni poste a quote diverse, ha raggiunto valori elevati, quasi estremi, soprattutto nella seconda metà del mese e ciò ha impedito il ricambio delle masse d’aria ed agevolato il ristagno degli inquinanti. Peccato che l’ARPAC, l’Ente preposto alle misure della concentrazione degli inquinanti, sia stata completamente silente e non abbia fornito ai cittadini alcuna informazione al riguardo.

 

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