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L'estate 2017 è la seconda più calda degli ultimi 70 anni
Autore: Giuseppe Figliola
27/08/2017 (letto 2545 volte)
Analisi di questa estate 2017 ancora non giunta al termine a cura di Giuseppe Figliola.
Il clima è cambiato, nettamente. Appare un’affermazione ovvia ma chi lavora o già solo chi osserva in maniera appassionata “dietro alle quinte” questo ramo scientifico lo può affermare al di la delle sensazioni e dei ricordi personali di ogni singolo individuo in quanto – si sa – la meteorologia con gli anni è diventata argomento di discussione per chiunque, forse in maniera troppo accessibile, venendo ridicolizzata anche da chi dovrebbe – invece – diffondere le informazioni in maniera corretta.
Il cambiamento climatico in Italia, a prescindere da ciò che accade nel resto del mondo da ormai diversi decenni, si è evidenziato sopratutto durante le stagioni estive: le estati sono diventate estremamente calde, troppo anche per i nostri standard climatici volti comunque all’idea di “bella stagione” lunga e soleggiata; basti solo pensare che le quattro stagioni estive più calde dal Dopoguerra appartengono tutte a questi ultimi quindici anni in Italia.
Fra queste, entra di diritto quella in corso e che terminerà entro il 31 del mese corrente: complice un Giugno caldissimo anche senza ondate di caldo rilevanti, un Luglio comunque caldo ma non in maniera estrema ma sopratutto a causa di questo mese di Agosto e dell’ondata di caldo eccezionale dei primi dieci giorni (di cui ne s’è parlato QUI. Rimane distante il record di temperatura media che appartiene all’Estate 2003, che fu storica in gran parte dell’Europa centro-occidentale e sul Mediterraneo ma questa in corso è riuscita a raggiungere due estati recenti che sono risultate comunque molto anomale, ovvero la 2012 e la 2015.
Per queste stagioni di caldo così estremo sul Mediterraneo la causa comune appare sempre la stessa: la cella di Hadley, ovvero quel tipo di circolazione presente poco al di sopra dell’equatore che fa si che l’aria calda risalga fino ai limiti con la stratosfera per poi discendere verso il basso più a nord, all’altezza dei tropici, per un motivo legato presumibilmente all’andamento della stagione dei monsoni in India (anche se è oggetto di studio continuo), si sposta in maniera anomala verso nord, quindi verso il Mediterraneo. Di conseguenza, un’eccessiva fase di tempo stabile che non viene in alcun modo intaccata da break temporaleschi o fasi più miti, si impone per diversi mesi sull’ Italia: è come se tutta la circolazione atmosferica in quest’area del globo si spingesse un migliaio di chilometri più a nord.
Queste dinamiche atmosferiche quindi rendono meglio conto che il riscaldamento globale o più semplicemente il cambiamento climatico non può essere ridotto con la semplice idea che la temperatura media è aumentata: la temperatura media aumenta ma ciò non avviene in maniera lineare e non per tutte le aree del pianeta e non in tutte le stagioni ciò avviene allo stesso modo.
A complicare le cose quest’anno, come ormai tutti sappiamo, è intervenuta una fase siccitosa sull’ Italia, la peggiore del nuovo secolo ma causata sopratutto dalla scarsità di piogge dalla fine dello scorso anno fino alla primavera, che si è ulteriormente aggravata con il caldo estremo di queste settimane. Ad onor del vero tocca smontare, per l’ennesima volta, l’idea che associa il caldo estremo alla siccità: questo è il primo anno e in parte lo scorso, fra quelli molto caldi ultimi, che risulta avaro di piogge in Italia, tutti (o quasi) i precedenti anni infatti sono risultati normali o addirittura più piovosi della media. Questo ci da l’idea ulteriormente di quanto possa risultare variabile il regime climatico, nonostante sembri si vada verso un’unica direzione volta ad un aumento medio, ovvie oscillazioni locali a parte, della temperatura media globale.
Appare quindi ormai quasi del tutto privo di senso associare o raffrontare il clima attuale a quello dei restanti decenni passati sfruttando le medie climatiche appartenenti a trentenni che non hanno più nulla a che fare col clima attuale, che appare caratterizzato dall’alternanza di lunghissimi periodo di caldo eccezionale a brevi ma potenti, addirittura eccezionali, fasi con anomalie inverse (come è accaduto durante l’ultimo mese di Gennaio).
Se per il caldo ormai ci si è fatti l’abitudine quindi, la speranza è che questa siccità possa trovare freno con l’inizio della nuova stagione, che comincia il 1° Settembre con l’avvento dell’autunno meteorologico: è in atto l’ennesima ondata di caldo dell’estate attualmente, non estrema come quella di inizio Agosto ma comunque intensa, considerando anche che siamo nella fase di declino della stagione; i modelli matematici individuano una rottura del caldo con l’ingresso di aria fresca e instabile proprio con il passaggio di testimone fra Agosto e Settembre, si spera che questo passaggio possa regalare piogge a regioni che cominciano a soffrire in maniera drammatica della scarsità di piogge, al di la dell’aspetto paesaggistico, assimilabile in alcune aree già a quello autunnale anche a causa dei numerosi incendi di stampo doloso.
Insomma, non è stata una stagione facile … forse proprio una di quelle da dimenticare.
Fonte www.faceweather.it
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