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La meteorologia a Napoli, dai Borbone all’Unità della Nazione
Autore: Adriano Mazzarella: responsabile Osservatorio Meteorologico, Antonio Nazzaro: storico della vulcanologia
17/03/2011 (letto 4775 volte)
Già nel 1600, con il diffondersi dei termometri e dei primi strumenti meteorologici, diveniva sempre più comune l’uso di misurare e confrontare i vari parametri.
Già nel 1600, con il diffondersi dei termometri e dei primi strumenti meteorologici, diveniva sempre più comune l’uso di misurare e confrontare i vari parametri. Anche le lave e le fumarole del Vesuvio e della Solfatara permettevano di fare facilmente questo tipo di osservazioni. A quei tempi si riteneva che la meteorologia comprendesse gran parte delle manifestazioni della dinamica terrestre e che i fenomeni endogeni, quali terremoti ed eruzioni, fossero in relazione con fenomeni esogeni come la pioggia o il vento. In questo senso vanno considerate le idee in base alle quali venti sotterranei, circolando in intricati cunicoli del sottosuolo, avessero una notevole parte nell’innescare eruzioni e terremoti (Gaetano De Bottis, 1767) oppure che l’acqua piovana fosse direttamente coinvolta nei processi eruttivi (Giovanni Maria Della Torre, 1755). Facevano scuola in questo senso le misure pluviometriche che Nicola Cirillo, zio del celebre Domenico, effettuò dal 1717 al 1728 e inviò alla Royal Society di Londra. Non dobbiamo stupirci perciò che l’Osservatorio Vesuviano, fondato nel 1841, fosse chiamato Osservatorio Meteorologico anche se le osservazioni meteorologiche erano solo una parte delle normali osservazioni vulcanologiche, sismologiche e geochimiche. Con l’arrivo di Garibaldi a Napoli, con decreto dittatoriale del 29 ottobre 1860, fu istituita la prima cattedra di Meteorologia in Italia ed assegnata a Luigi Palmieri che chiese anche l’istituzione della Specola Meteorologica per misurare i parametri meteo da confrontare via telegrafo con quelli misurati presso l’Osservatorio Vesuviano al fine di evidenziarne l’eventuale influenza del Vesuvio. La Specola fu inizialmente allocata nei locali del Cortile del Salvatore dell’Università di Napoli e, nel 1908, spostata nei vicini locali di San Marcellino con la denominazione di Osservatorio Meteorologico dove è attualmente funzionante e visitabile, previo appuntamento. Le sue attività sono anche consultabili sul sito web www.meteo.unina.it . In conclusione possiamo affermare che un momento importante per lo sviluppo della Scienza nel Mezzogiorno si è avuto in coincidenza con l’unificazione italiana, ma è anche significativo sottolineare che già in epoca preunitaria molto era stato fatto: il primo Osservatorio Vulcanologico del mondo che nasce come osservatorio meteorologico viene infatti fondato già venti anni prima (1841) e questo è uno dei tanti primati che rende Napoli una città ricca di contraddizioni.
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