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Osservatorio italiano Everest-Pyramid entra nel Gaw Global Atmosphere Watch
Autore: Redazione Campanialive.it
20/09/2010 (letto 3268 volte)
L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) ha conferito all'Osservatorio italiano Everest-Pyramid, che fornisce da oltre 5000 metri di quota sull'Everest...
Oggi 20 settembre 2010 a Ginevra, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) ha conferito all'Osservatorio italiano Everest-Pyramid, che fornisce da oltre 5000 metri di quota sull'Everest in Nepal informazioni preziose e uniche sulla composizione dell'atmosfera, il ruolo di stazione globale del programma Global Atmosphere Watch (Gaw). A renderlo noto e' il Consiglio nazionale delle Ricerche sottolineando che questo riconoscimento "e' la conferma dell'eccellenza italiana nel campo della ricerca applicata alla protezione dell'ambiente". Con questo riconoscimento, Everest-Pyramid e' divenuto cosi' il 33° punto 'focale' di monitoraggio della composizione dell'atmosfera terrestre: il piu' elevato di questa rete e la prima stazione italiana, seppure al di fuori del territorio nazionale, che ottiene questo importante riconoscimento.
"E' un prestigioso riconoscimento per la comunita' scientifica italiana e per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che svolge attivita' sia scientifiche sia tecnologiche all'avanguardia, come dimostra il funzionamento ininterrotto dal marzo 2006 della stazione Everest-Pyramid, che fornisce da oltre 5000 metri di quota informazioni preziose e uniche sulla composizione dell'atmosfera" afferma Giuseppe Cavarretta, Direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr.
"Questo osservatorio sulle pendici dell'Everest, nato nell'ambito del progetto Share (Stations at High Altitude for Research on the Environment), la rete di stazioni di monitoraggio climatico e ambientale promossa e gestita da Ev-K2-CNR, ha ora ufficialmente assunto lo status di osservatorio climatico di rilievo internazionale e assumera' un sempre maggiore valore scientifico considerando anche tra l'altro la sua collocazione al confine tra le due regioni piu' densamente popolate del pianeta" sottolinea il Presidente del Comitato, Agostino da Polenza.
Alto il prestigio per il centro di ricerca italiano in Nepal per l'ingresso nel Global Atmosphere Watch (Gaw, un programma istituito dal Wmo (World Meteorological Organization). Il Gaw, infatti, coinvolge circa ottanta paesi con lo scopo di fornire dati sulla composizione chimica e sulle caratteristiche fisiche dell'atmosfera, studiandone i cambiamenti naturali e antropici per migliorare la comprensione delle interazioni con oceani e biosfera e la crescente influenza delle attivita' umane sul clima globale.
Inoltre, e' anche sui dati forniti da questa rete che si basano i rapporti dell'Ipcc, l'Intergovernmental Panel on Climate Change, che riassumono le conoscenze piu' aggiornate circa lo stato dell'atmosfera e dei processi climatici planetari. Gaw puo' contare su oltre 600 stazioni regionali e 33 'globali', la maggior parte di quest'ultime situate in aree remote di primaria importanza per valutare i cambiamenti su medio-lungo periodo dell'atmosfera terrestre.
"Questo riconoscimento internazionale ricevuto dal Cnr e dal Comitato Ev-K2-Cnr -sottolinea l'Ente di ricerca- e' anche frutto della collaborazione con il Cnrs, il Centre National de la Recherche Scientifique francese, del Nast, il Nepal Academy of Science and Technology, e dell'Universita' di Urbino con l'Istituto di Chimica, a conferma dell'eccellenza italiana svolta nel campo della ricerca applicata alla protezione dell'ambiente".
"Everest-Pyramid o Nepal Climate Observatory-Pyramid e' attiva nell'ambito di progetti strategici per il monitoraggio della composizione chimico-fisica dell'atmosfera e per lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici nell'Asia meridionale" spiega Paolo Bonasoni dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr), coordinatore di Share e responsabile della stazione Gaw. "Quest'area -prosegue Bonasoni- e' infatti particolarmente influenzata dalla presenza delle cosiddette 'Atmospheric Brown Clouds'".
Le Abc, spiega ancora Bonasoni, sono "le nubi di inquinanti che durante il periodo invernale e pre-monsonico si estendono dall'Oceano Indiano all'Himalaya per effetto delle emissioni di particelle e gas dalle vaste aree urbane e industriali, agricole e forestali, con conseguenze su clima, qualita' dell'aria, sistema monsonico e agricoltura, e offre quindi un'unica opportunita' nel rilevare i processi legati ai cambiamenti climatici".
"Queste misure -aggiunge- hanno registrato che elevate concentrazioni di particelle carboniose e altri inquinanti possono raggiungere e superare le pendici del Sagaramatha, il 'dio del cielo' come i nepalesi chiamano l'Everest, depositandosi sui ghiacciai, modificandone l'albedo ed influenzandone la fusione".
Fonte ADNKRONOS
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