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Temporali e nubifragi del 6 ottobre 2013
Autore: Redazione Campanialive.it & Ing. Fortelli
06/10/2013 (letto 3385 volte)
Violenti nubifragi nella notte si sono abbattuti sulla Campania.
Nella prima immagine vediamo la estesa cella temporalesca che assume la caratteristica forma V-Shape che si estende sul Tirreno meridionale dopo aver interessato con violente precipitazioni la nostra regione.
Nella giornata di sabato 5, la estesa linea temporalesca generatasi il giorno precedente sulle coste mediterranee della Spagna ha raggiunto il Mar Tirreno, mantenendosi compatta ed estremamente attiva. Nelle primissime ore di sabato essa si estendeva dalle coste della Toscana sino al Canale di Sardegna. Nel suo moto verso levante ha iniziato a perdere i connotati di linea temporalesca, attenuandosi nella parte settentrionale ed espandendosi nella parte centro-meridionale sino ad assumere le caratteristiche di un MCS (Mesoscale Convective System). Nella mattinata di sabato l’enorme ammasso nuvoloso, con diverse cellule temporalesche attive al suo interno, ha abbordato le coste della Campania facendo iniziare una lunga fase con precipitazioni continue, piuttosto intense anche se prive di valori particolarmente rilevanti di rain rate. Le zone maggiormente colpite sono state quelle sulla fascia costiera ed in mare (con un massimo nell’isola di Capri con 66 mm presso la stazione meteo AM. L’evoluzione è stata lenta tanto che solo a fine giornata anche l’area cilentana (l’ultima ad essere coinvolta) è uscita fuori dal primo sistema nuvoloso. Gli accumuli sono stati rilevanti ed hanno interessato la quasi totalità del territorio regionale. Anche le neo installate centraline, Bacoli e Reggia di Caserta, hanno ricevuto un quantitativo significativo di pioggia (30,2 e 35 mm rispettivamente).
In serata, osservando le immagini satellitari, era possibile osservare che la Campania si trovava fuori dall’influenza del corpo nuvoloso transitato in giornata e poche nubi, di non rilevante intensità, si trovavano ad O e a SO, lasciando ipotizzare una tendenza ad un miglioramento più deciso.
L’unico elemento di rilievo era una V-shaped storm ad asse E-O in fase di rapido sviluppo ed intensificazione sulla Toscana, indizio della persistenza in area tirrenica di zone a forte instabilità da convergenza nei bassi strati. Questa cellula ha gradualmente preso a traslare verso SE inducendo la nascita di una serie di cellule davanti al suo fronte di avanzamento sud-orientale. Una di queste cellule si è formata intorno alle 02.30 sulla zona flegrea ad O di Napoli, trovando poi, come spesso accade, nutrimento energetico nell’isola di calore urbana di Napoli.
La cellula ha investito Napoli con precipitazioni violente, che hanno ridotto la visibilità a qualche centinaio di metri, accompagnate da tuoni fragorosi. IN questo primo temporale molte stazioni hanno accumulato tra i 50 e i 60 mm, in particolare quelle del Vomero. La cellula partenopea si è fusa ad altre cellule in formazione sul medio-basso Tirreno, dando vita ad un altro sistema temporalesco assimilabile ad una V-shaped storm, con nuovo coinvolgimento intorno alle 7.00 della città di Napoli, già pesantemente colpita dal precedente fenomeno temporalesco. Di seguito il grafico della stazione di Piazza Immacolata dove sono caduti 75 mm di pioggia dopo la mezzanotte.
Anche in questo caso l’evoluzione è stata molto lenta in quanto l’area di generazione delle cellule temporalesche, posizionata sul basso Tirreno, ha continuato a sfornare temporali grazie agli elevati valori di CAPE e bassi di LI.
Gli accumuli dalla mezzanotte sono stati particolarmente rilevanti sull’area collinare di Napoli (S.Elmo, Immacolata, Manzoni, Montedonzelli) e, in maniera più isolata, in altre località (come Capri dove tra il pomeriggio di sabato e la mattinata di domenica sono caduti oltre 127 mm e Boscotrecase 78,5 mm dalla mezzanotte di domenica).
Di seguito alcune immagini degli allagamenti nella zona est di Napoli nei pressi del carcere di Poggioreale. Queste zone sono spesso sottoposte a grandi allagamenti quando forti precipitazioni interessano le aree collinari soprastanti.
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